sabato 6 dicembre 2008

La legge del trauma.




Mi son rotto i coglioni di stì guru, bonzi, arcipreti, papifrittomisto delle varie ortodossie. Sono millenni che addomesticano l'uomo rincoglionendolo con i sensi di colpa, con il peccato (il peccato è sempre non farlo), le reincarnazioni e i paradisi e gli inferni; quando in fondo, se uno si godesse la vita per benino fino alla punta di una nausea, lascerebbe questo splendido mondaccio rotondo senza tanti rimpianti... ne più ne meno, con la serenità di tutte le altre bestiole colpite da morte naturale. Qualche vero sant'uomo che ha schifato come la peste il proselitismo e il potere forse c'è anche stato di passaggio, a illuminare a sprazzi il tristo cielo della nostra umanità, ma che io sappia, se ha commesso la sciocchezza di mescolarsi ai suoi simili e aprir bocca cianciando di relativismo (del bene e del male e di tutto il resto conficcato in mezzo), ha sempre fatto una brutta fine...

Siamo davvero in un vicolo cieco senza speranza d'uscita? Destinati a sgozzarci in nome di dio fino alla fine dei tempi, a sentirci mordere le chiappe da Lucifero, (se solo ci meniamo una sacrosanta sega, ci trombiamo la vicina di casa, se il vicino ci tromba la moglie o, meglio, se la moglie pianta vicino e marito e scappa con l'amica), tra pirotecniche scorregge di denaro frusciante - del quale sentiamo solo l'odore - di questo clericalismo planetario?

Per come la vedo, mi fido più del giudizio di un bambino fatto d'impressioni fugaci che delle tiritere di un vecchio trombone e degli insegnamenti millenari della merda impietrita che è la legge santificata da una ciurma di briganti conciati da stregoni a carnevale.

2 commenti:

Azoreano Náufrago ha detto...

Fixe!

Anonimo ha detto...

Non c'era un termine più esatto di quello che ha espresso...